Salve a tutti cari lettori, quest’oggi voglio pormi un interrogativo, ovvero: è possibile la convivenza fra pensiero critico e tecnologia?
In questo articolo cercherò di sviscerare alcune argomentazioni relative al quesito per darvi una risposta in fase di chiusura.
Questo articolo farà inoltre parte di una rubrica mensile nella quale rifletterò su quesiti e novità tecnologiche e parlerò di esperienze personali che ritengo possano avere dei risvolti di interesse generale.
Detto questo, possiamo cominciare.
Partiamo proprio dalla domanda posta all’inizio dell’articolo, riguardante il pensiero critico. Ovviamente, come di consueto, non vi lascerò senza un’adeguata definizione.
Il pensiero critico è una capacità intellettuale che non si eredita geneticamente, ma si acquisisce studiando e leggendo e ci permette di avere un nostro giudizio sul mondo che ci circonda.
Il pensiero critico ci permette di essere dei cittadini liberi, di pensare con la nostra testa e di non essere succubi di qualcuno.
Ma allora -vi starete chiedendo- cosa c’entra ‘sto pensiero critico con la tecnologia, ciò di cui si occupa questo blog?
Beh, innanzitutto un po’ di riflessione non fa male a nessuno e poi, se ci pensate, noi siamo controllati da un’oligarchia formata da poche grandi multinazionali: Google, il nostro motore di ricerca, navigatore, store di musica film ed applicazioni, nonché lo sviluppatore di Android, il sistema operativo più utilizzato sugli smartphone; Facebook, che gestisce WhatsApp ed Instagram, i social network più utilizzati al mondo; Apple, Samsung, Huawei, Xiaomi e tutti gli altri colossi della telefonia… Tutte realtà che sperimentiamo ogni giorno.
Partendo dalla mattina, proverò ora a descrivere una giornata tipo di tutti noi in rapporto all’uso degli strumenti tecnologici, citando gli esempi fatti sopra.
Suona la sveglia (generalmente proprio quella dello smartphone). Svogliatamente la spegniamo, ci sediamo sul letto prendendo in mano lo smartphone per controllare i nostri social e magari dare un’occhiatina a come sta andando il nostro villaggio di Clash of Clans. Poi ci alziamo andando verso la cucina per farci un caffè, sempre guardando lo smartphone. Poi ci laviamo e ci vestiamo mentre mettiamo like all’ultimo “meme” di Commenti Memorabili.
Una volta usciti cerchiamo con Google Maps il percorso più veloce per andare al lavoro. Qualche ora con la testa china sulla scrivania, ma stavolta con davanti un altro schermo, quello del computer. Poi un pranzo frugale mentre “chattiamo” con gli amici e dopo a casa a riabbracciare la famiglia con una mano, mandando un messaggio al capo con l’altra. Infine un pomeriggio passato sul tablet, fra qualche “ruggito da leone da tastiera” e qualche film, una bella cenetta e poi a letto, pronti a ricominciare.
Alla fine di questa giornata abbiamo regalato alle famose multinazionali una miniera di dati: la nostra posizione geografica, i nostri spostamenti, i nostri interessi, rendendoli alla mercé delle enormi banche dati mondiali.
In conclusione, secondo me la risposta alla domanda iniziale è: sì, il pensiero critico e la tecnologia possono coesistere.
Ma come possiamo esercitare la nostra facoltà del pensiero critico essendo controllati ed avendo qualsiasi risultato con un clic, senza bisogno di alcuna riflessione?
Innanzitutto, soffermandoci a pensare come ho fatto io all’interno di questo articolo, ma anche scrivendo, motivando e cercando alternative fuori dal comune.
Perché è solo così che noi potremo essere cittadini liberi, liberi di pensare, liberi di sapere, liberi di essere consapevoli di ciò che ci accade intorno.
Liberi di scrivere, liberi di leggere, liberi di ascoltare.
Liberi di essere liberi.
Noi ci rivediamo presto all’interno di un prossimo articolo sempre qui su mptechnoblog.
#STAYTUNED⚡
Molto bello e interessante
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Grazie!
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Interessante, si
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